Protuberanze callose coriacee, sparse qui e lì, nei punti dove la forza impressa agli utensili ed i sapienti gesti reiterati hanno lasciato il segno. Aloni colorati, infiltrazioni di polveri e liquidi pigmentari, espanse nelle creste di palmo e dita. Unghie scurite, tra queste una o due segnate, incrinate, serbano memoria di un momento d’imperizia o di un atto sbadato. Note, tutte note che, messe insieme, compongono la melodia nelle mani del falegname.
L’onorevole professione, sebbene non sempre riconosciuta come avrebbe meritato, ha origini che si perdono nel tempo. Nello scorrere di quel fiume che è la storia umana, però, numerose si stagliano le testimonianze dell’importanza della figura del falegname, ad intrecciarsi con la mitologia, l’arte, la letteratura e la tradizione popolare. Nell’abbandono delle caverne, in favore di robuste palafitte, risiedano le radici della modernità urbana, nata a sviluppatasi di pari passo con l’utilizzo del legno: la preziosa e duttile materia prima ha continuato a ricoprire un ruolo preponderante nell’erezione di edifici e costruzioni, distinti a seconda dell’epoca e della civiltà…