Sono stato sempre affascinato da ragazzo nell’ascoltare lo zio quando parlava delle avventure dei sette anni passati al servizio militare durante la seconda guerra mondiale.
Aveva una capacità incredibile nel riportare gli episodi e li coloriva di tali particolari, che sembravano capitati poche ore prima. I suoi racconti allettavano perché erano sempre trasmessi con un senso di umorismo, in un dialetto monopolitano (Monopoli, la sua città), prendendo delle sfumature tutte originali.
Al termine di un pranzo natalizio raccontò alcuni episodi. Con un registratore memorizzai tutto e in seguito riascoltai il nastro. Era una bella storia. Gli chiesi allora di raccontarmi tutto.
In seguito è nata l’idea di mettere per iscritto questo periodo della sua vita.
Il dattiloscritto sarebbe rimasto nel cassetto se l’amico Stefano Siliberti non mi avesse invogliato a rivederlo e a pubblicarlo.
Nasce così questo libro. Ho cercato di rimanere fedele alla realtà vissuta, dandone solo un corpo unitario. Spero di non aver tradito la sua “storia”.
Il motivo principale di questa pubblicazione viene dal fatto che oggi più che mai può essere utile a chi in particolare non guarda con superficialità al problema della pace.