L’età di Dante è quella dei Guelfi e dei Ghibellini, dell’Italia dilaniata dalle lotte di fazione, dallo scontro fra Papato e Impero, dal conflitto violentissimo fra le consorterie della classe dominante a Firenze tra Magnati e Popolo.
È all’interno di questo orizzonte storico-politico che si eleva la figura di Dante le cui opere (La Commedia, la Monarchia e le Epistole) racchiudono il suo pensiero politico. Con Dante la politica si trasfonde nella poesia e nella cultura più alta del Medioevo.
La decadenza dei Comuni, tra cui Firenze la sua città natia e la Roma dei papi, sono alcuni dei suoi topos letterari ricorrenti ma accanto a questi il tema della Pace Universale e della lotta per la Giustizia incardinato nella figura dell’Imperatore, interpretato da Dante come il “terapeuta” di un mondo malato e in crisi. Una rilettura moderna del pensiero politico dantesco, in cui Etica e Politica si intrecciano profondamente e sono uno stimolo per la sofferta coscienza dell’uomo contemporaneo.