Cieli di vetro

Cieli di vetro è un esempio tangibile della metamorfosi dell’Arte contemporanea, ed è esso stesso oggetto d’arte in quanto veicolo e testimone delle esperienze interiori di Pastore e Lacava; nma nel contempo vive di vita propria ed esprime in sé la realizzata sintesi di quel che Pierre Restany e tutto il Nouveau Réalisme, da lui ideato e fondato, annunciano al mondo contemporaneo: “A una civiltà di massa corrisponde una comunicazione di massa. L’arte tende a diventare un prodotto di consumo la cui vocazione è estendersi universalmente”. Nella proiezione di Restany la produzione artistica contemporanea diventa “viva”, si integra intimamente alle esistenze individuali dei fruitori che l’accolgono nelle loro quotidianità, nei loro ambienti domestici e pubblici. Che cosa saremmo senza il brivido imprevisto dell’emozione trasmessa dall’arte? Quale spento grigio ammorberebbe la nostram mente e il nostro cuore senza il verso inatteso di una poesia, senza una vivace pennellata di colore, senza lo stupore del particolare di una fotografia, senza il caldo conforto di un libro stretto tra le mani nel quale riconosciamo noi stessi, il nostro bisogno di comprensione del mondo, la nostra necessità di abbracciarlo e di esserne riabbracciati?